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3 SEMPLICI ESERCIZI PER DIVENTARE CONSAPEVOLI

Abbiamo tutti sentito dire che "non puoi amare nessuno se non ami te stesso".

Anche se questo suona logico, pochi di noi hanno la minima idea di come ci si innamori di se stessi.

Le complessità delle nostre famiglie e gli inevitabili traumi grandi e piccoli, spesso destabilizzano il nostro stile di attaccamento e, purtroppo, pochi di noi hanno avuto gli strumenti utili e necessari per ristabilirlo.

La buona notizia è che questi strumenti esistono e qui di seguito ne descriverò alcuni.

Quando imparerai ad amarti, ti accorgerai di essere diventata una calamita che attira relazioni e collaborazioni sempre più sane.


Cominciamo con un piccolo approfondimento sulla Teoria dell'Attaccamento.

Il termine fu coniato per la prima volta dallo psichiatra John Bowlby.

Egli sosteneva che un sano sviluppo e crescita personale inizia con un attaccamento sicuro tra un bambino e chi si prende cura di lui.

Gli ingredienti di un attaccamento sicuro includono il fornire a un bambino i confini appropriati, la struttura, la coerenza, il contatto fisico sicuro, il supporto per esprimere le emozioni e l'amore incondizionato.

Tutto ciò porta allo sviluppo della fiducia, della curiosità e dell'esplorazione di sé, che sono alla base di un rapporto coeso con se stessi e di un'accurata valutazione del mondo.

Quando gli attaccamenti infantili hanno successo tra un genitore e un figlio, il bambino diventerà un adulto con un sistema nervoso resistente e la capacità di gestire i fattori di stress della vita con un senso di padronanza.


Ma cosa succede quando un bambino si accorge di non essere al sicuro con gli adulti di riferimento?

Molto probabilmente, il bambino comincerà a allontanarsi da se stesso, a smettere di sentire come si sente, proprio al fine di sopravvivere.

Il rapporto con la persona che si prende cura di lui avrà quindi la priorità sul rapporto che sta sviluppando internamente con se stesso.

Esperienze come queste lasciano un'impronta nella psiche e nel corpo, soffocando la nostra capacità di esprimerci e di far evolvere la nostra personalità e il nostro carattere in modi che ci portino a una maggiore realizzazione.


Se i nostri problemi di attaccamento rimangono irrisolti, possono portare a significativi problemi di salute nel corso della nostra vita.

Fortunatamente, come esseri umani abbiamo una capacità innata di guarire.

Quando possiamo accedere alla nostra essenza e connetterci con la nostra voce interiore e i nostri desideri, spostiamo la nostra energia.

E quando abbiamo una connessione profonda e sicura con noi stessi, acquisiamo una maggiore capacità di essere impegnati e presenti con gli altri e con il mondo che ci circonda.

Ho assistito a questa rinascita in molte delle mie pazienti - e in me stessa anche - e so che anche voi potete sperimentarla.


Come fare?


1) TROVARE LE PAROLE

Poiché le ferite psico affettive – e a volte anche fisiche – subite nell’infanzia ci costringono a disconnetterci da noi stessi per sopravvivere, il primo passo verso la guarigione è imparare a mettere parole alle nostre esperienze e quindi trovare parole per definire le esperienze che abbiamo subito.

Vi siete mai sentiti messi alla prova in questo campo?

Forse qualcuno vi ha chiesto di descrivere un'esperienza e non siete riusciti a trovare le parole? Questo probabilmente ha molto a che fare con il modo in cui siete stati costretti a dissociarvi dalle vostre prime esperienze affettive disfunzionali.

Un buon punto di partenza per imparare a farlo è l'uso di una lista di sensazioni ed emozioni (sul web ce ne sono diversi esempi).

Vi invito a portare con voi questa lista e ad usarla più volte al giorno, proprio per imparare a stare nel qui-ed-ora con consapevolezza e competenza.

Creando un vocabolario per i vostri sentimenti e le vostre esperienze non verbali, inizierete a conoscere voi stessi.

Pensate a questo compito come a un appuntamento con voi stessi, come se steste lentamente imparando a conoscere la persona che siete veramente.

La creazione di questo vocabolario vi darà più capacità di connettervi ai vostri sentimenti e di comunicare i vostri bisogni e desideri agli altri.


2) OSSERVARE SENZA GIUDICARE

Osservare, osservare e osservare.

Non sottolineerò mai abbastanza l'importanza di questo processo.

Prestare attenzione alle vostre esperienze sensoriali ed emotive è il primo passo per imparare ad essere presenti.

Questo aumenta la nostra capacità di entrare in contatto sia con le nostre emozioni negative senza paura, premettendoci di elaborarle, e sia di vivere le emozioni positive senza andare in iperstimolazione.

L’osservazione non giudicante ci aiuta anche a modificare il nostro dialogo interno, permettendoci di spostare la nostra attenzione dal PERCHÉ ci stiamo sentendo in un determinato modo, semplicemente al COME ci stiamo sentendo.

Per esempio, invece di chiedervi perché siete tristi oggi, osservate cosa questo voglia dire e state semplicemente con la vostra tristezza, senza agire compulsivamente per scappare da quella tristezza.

Potreste accorgervi di essere giudicanti verso voi stessi per il fatto di sentirvi tristi.

O potreste rendervi conto di cercare ad ogni costo una distrazione-fuga da quell’emozione.

Resistete alla tentazione di dire a voi stessi come "dovreste" sentirvi.

Qualunque cosa si presenti, cercate semplicemente di stare in quello stato emotivo e osservate le vostre azioni e i vostri pensieri.

Notate il dialogo interno che state avendo con voi stessi.


3) CREARE UNA CONNESSIONE SICURA

Se da bambini non avete mai provato una connessione sicura, sviluppare una connessione sicura da adulto può essere una sfida.

Per connessione sicura, intendo un ambiente relazionale sano, intimo, protetto.

Una connessione sicura è vitale per lo sviluppo umano come l'ossigeno lo è per la respirazione, proprio perché permette di coltivare un senso positivo di sé e incoraggia anche nuovi percorsi neurologici per lo sviluppo sociale, emotivo e cognitivo.

Vi incoraggio a intensificare il vostro livello di connessione, raggiungendo amici e familiari che sostengono ciò che siete e vi permettono di esprimervi liberamente.

Il principale criterio nella selezione di queste persone è che vi facciano sentire accettati e amati da loro.

Vi invito poi a notare come vi sentite dopo aver interagito con loro.

Più sicuro sarà il legame che potrete consapevolmente aggiungere alla vostra vita, più comincerete ad attirare questo tipo di legami senza alcuno sforzo.


Quando riusciremo a prenderci cura di noi stessi e a sintonizzarci con il nostro essere interiore, il mondo intorno a noi sembrerà diverso.

Ogni esperienza positiva allena il nostro corpo a costruire più resistenza e cambia la chimica del nostro corpo.

Le esperienze positive e le connessioni costruiscono un senso di competenza e di benessere.

Ci rassicurano sul fatto che siamo in grado di vivere un maggior numero di questo tipo di esperienze.

Aiutano il nostro corpo a produrre più ossitocina (l'ormone dello "stare bene"), e meno ormoni dello stress come il cortisolo e l'adrenalina.


La guarigione è possibile.

Si può prendere in mano il proprio rapporto con se stessi, reimparando a conoscersi con delicatezza e garbo.

Siate pazienti; pensate a questo percorso come se pensaste di conoscere e frequentare qualcuno con cui sperate di avere un rapporto lungo e amorevole.

Pensate all'emozione e alla curiosità che provereste nel conoscere una persona nuova e importante nella vostra vita.

La guarigione richiede che rivolgiamo la nostra attenzione verso l'interno e impariamo a diventare i nostri migliori amici, proprio perché il nostro rapporto con noi stessi è il modello per tutte le nostre relazioni.


Impariamo quindi a:

- Rivitalizzare la nostra connessione con i nostri stimoli interni per avere fiducia in noi stessi.

- Identificare e onorare i nostri bisogni e sentimenti.

- Coltivare e confortare noi stessi.

- Soddisfare i nostri bisogni.

- Curare la nostra vergogna e affermare il nostro autentico sé.


Prendetevi la responsabilità della cura del vostro dolore, del vostro equilibrio e della vostra felicità.


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