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LA MASCHERA DEL NARCISISTA

L’obiettivo principale di un narcisista è quello di proteggere la propria vulnerabilità al fine di non essere mai ferito, umiliato, abbandonato, tradito.

A tal fine sviluppa una maschera di grandiosità, fascino, carisma, dolcezza, potere, ed è proprio questa maschera che va a garantirgli uno status di supremazia emotiva e psicologica sull’altro. Ma perché questa maschera non diventa mai essenza? Cos’è che fa sì che, nello sviluppo di questo Disturbo, la capacità mimetica ed imitativa, che pure il narcisista ha, non lasci il posto alla strutturazione di una autenticità sana? Drammaticamente, il patologico distacco affettivo che sottende la formazione del narcisismo mina totalmente le capacità empatiche dell’individuo, rendendolo emotivamente analfabeta. È per questo che, pur essendo in grado di imitare un comportamento empatico, un narcisista non ha mai la reale capacità di sentire ciò che determina nell’altro attraverso i propri comportamenti. E questo avviene sia nella fase del love-bombing, durante la quale un narcisista ricava rifornimento positivo, sia nella fase della svalutazione, caratterizzata dall’ottenimento del rifornimento negativo. È come se il narcisista non fosse in grado di vivere pienamente il legame che comunque crea con l’altro, perché sostanzialmente non sente nulla. Il paragone può essere fatto con un eccellente direttore d’orchestra, che conosce i tempi ed i modi di ogni singola battuta, ma non può mai percepirne i suoni. Non capirà mai che tipo di musica sta suonando, pur dirigendo gli orchestrali alla perfezione.

Il riscontro più tipico di questa menomazione è dato dalla risposta distaccata, evitante, superficiale che ogni vittima riceve nel momento in cui chiede condivisione e supporto rispetto ad una propria problematica, qualunque essa sia. Le reazioni più tipiche prevedono che il narcisista faccia sentire la propria vittima inopportuna, esagerata o “troppo sensibile” esattamente nel momento in cui esprime le proprie esigenze ed i propri bisogni. Da cosa si sta difendendo il narcisista nel momento in cui mette in atto questo patologico distacco? Da una cosa sola: l’intimità emotiva.

Una relazione affettiva intima con un narcisista lo espone infatti alla minacciosa esperienza di entrare in contatto con se stesso, con le proprie ferite più profonde, con tutto ciò che da sempre ha tentato di tenere nascosto a sé e agli altri. Basta anche il più minimo riferimento al suo mondo emotivo per mettere il narcisista a rischio di far riemergere fragilità e paure, il confronto con le quali sarebbe insostenibile. Per un narcisista, qualsiasi esposizione della propria umana vulnerabilità rappresenta unicamente il rischio di fondersi in una relazione di dipendenza, senza alcuna via d’uscita. Il rischio, quindi, non solo è legato alla perdita di potere sull’altro, ma anche, e soprattutto, ad un’esperienza panica di soffocamento. Inevitabilmente, l’assenza di intimità emotiva del narcisista lascia la vittima in uno stato di profonda solitudine, e la solitudine più dolorosa: quella che si sente anche quando si è insieme.




La maschera del narcisista

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